1 Settembre 2007

PROVOCOAZIONI a VENEZIA

di Luca Giocoli

Venezia Domenica 22 Luglio, la città ancora non sa e sonnecchia dietro le serrande chiuse e sotto i climatizzatori già accesi, nel tentativo estremo di riacchiappare il fresco della notte così congeniale al sonno, ma durante le ore notturne qualcosa o qualcuno ha detto, ha scritto, ha fatto.
Sara Leghissa, giovane artista milanese, ha deciso di lavorare su e con Venezia mentre il 21 luglio cedeva il passo al 22, per raccontare assieme alla Serenissima delle storie e dei fatti. Per chiedere ai suoi tanti viandanti di scoprirle e di perdersi tra l’aneddotica che solo una città così magica può restituire.
Sara si occupa di “provocare azioni”. Le sue sono dei veri e propri interventi non sulla città, ma in accordo con la città sul passante. Cerca di giocare e stimolare le semplici persone che con la testa piena della propria vita se ne vanno in giro per le strade e le piazze. La nostra artista racconta delle storie o meglio le scrive su pannelli monocromi di compensato e le incatena alla città. Storie che cordialmente parlano, che invitano il casuale fruitore a partecipare all’azione e per di più a fidarsi. Sì, fidarsi. Questo perchè per ogni storia, vi è un rimando ad un altrove, ad un altro spazio fisico. Se un passante rompe, quindi, la sua quotidianità a favore dei racconti e dei loro percorsi è perchè ha deciso di prestare fede all’impegno che l’artista gli chiede, quello di seguire le sue indicazioni e vagare per Venezia alla ricerca dell’episodio successivo, che anche se non raggiungibile facilmente sarà presente da qualche parte.
Ma andiamo per gradi e trattiamo fisicamente, proprio come ci chiede Sara, la nostra riflessione.


I PannelliUrbani, come già detto, vengono uniti al territorio urbano, e nel caso particolare di Venezia, a dei ponti. Ogni pannello però non racconta una storia in cui il protagonista è il ponte presente, bensì un altro. Quello in cui dovremo andare per capire meglio il fatto e per poter continuarne a leggere e farci raccontare. Il ponte quindi pontifica. Unisce e lega un discorso che saremmo noi, però, a dover svelare. Allo stesso tempo tuttavia rompe e ristruttura lo spazio urbano. Rompe il normale corso delle strade e quindi la sua consueta funzione, per offrire al passante non solo l’occasione di attraversarlo ma di fermarsi a leggere, per invitarlo finanche a cambiare i piani della sua giornata e seguire l’itinerario che l’artista vuole rivelargli. In questo senso risulta anche facile capire come sia possibile definire questo lavoro come un intervento di Public Art. I PannelliUrbani si inseriscono nel pastiche di Venezia e nella sua cultura, rinnovando lo spazio e il luogo senza contraddirlo o violarlo. La città acquista un nuovo senso e le storie che l’artista racconta chiedono di riversarsi per le strade e congiungersi in una rete che copre la laguna, le persone, fino ad entrare nelle loro vite. Ovviamente bussa e chiede permesso. Poca arroganza e tanto rispetto. I PanneliUrbani si discostano dalle immense insegne pubblicitarie che campeggiano nelle nostre città arrogantemente. I colori sono tenui e non troppo accattivanti. Anche i caratteri usati, poi, sono sottili e semplici. Sono lettere fatte a mano. Calde e delicate. Sono un tiepido alito profumato che teneramente da voce a semplici, quanto efficaci, racconti.
Prima di intervenire su Venezia i PannelliUrbani della giovane artista erano apparsi già a Milano. Ovviamente intervenire su Milano e intervenire su Venezia vuol non solo dire compiere due operazioni totalmente diverse, quasi come dipingere o scolpire, ma cambiare stile, registro ed espressione.


Milano è frenetica, sfruttabile, sfuggevole e istantanea. Venezia è lenta, diafana ed eterna. Se a Milano gli spazi della pubblicità sono grandi e deformi per seguire le anamorfosi che la visione in corsa delle auto causano, a Venezia basta un biglietto piccolo per farsi vedere o chiedere attenzione. Se a Milano le strade non parlano o trasudano di storie – bensì di Storia – Venezia è tutta un racconto, un aneddoto che ancora oggi continua nei nomi delle calli, dei canali, dei ponti come “Riva de Biasio”, che tuttora rimembra, nel nome, la sanguinosa storia del famoso e crudele macellaio di bambini, “Ponte degli Assassini”, sulla cui storia non è difficile informarsi, e su questo leitmotif l’artista ha saputo inserire i suoi episodi contribuendo senza eccesso a ciò che l’aria della Laguna narra, contempla, tramanda.

PROVOCOAZIONI a VENEZIA
Venezia
Domenica e Lunedì, 22-23 Luglio 2007
Autore: Sara Leghissa
Curatore: Federica Santulli
www.provocoazioni.it