Autoritratto di Julie Watai


Julie Watai nel magico mondo di Hello Kitty

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L’aspetto ludico dell’arte: giocare sì, ma non solo.

di R. Alessandra Cirimondo

Qual è il confine tra il concepire l’arte come momento elitario e il privilegiarne l’aspetto ludico? Si può giocare con l’arte o meglio, si può giocare ad arte? La risposta può essere univoca se si prevarica ogni scompartimento stagno per considerare il fenomeno nel suo complesso. Infatti, l’arte entra nei circuiti più vivi del quotidiano incastrandosi con gli aspetti comuni della vita; c’è sinergia! Ma attenzione perchè anche in questo caso non bisogna dimenticare le avvertenze per l’uso, in quanto la creazione artistica non può discostarsi dal contenuto e deve spingersi inesorabilmente oltre gli aspetti ludici per prorompere con il messaggio. Chiarito questo concetto, chiamiamola pure sindrome di Peter Pan, un modo per rimanere legati al fanciullo che è in noi, voglia di ironizzare sulla vita e perché no, consideriamolo come un momento creativo che genera delle tendenze ed incide sul tessuto sociale coinvolgendo una vasta classe di utenti. Per questo motivo ho selezionato una rosa di esempi che mi hanno molto divertita, tentando di analizzarne sia il significato che il significante.


L’arte tra il ludico e l’istruttivo:
L’arte può divertire ma allo stesso tempo può anche educare. Un singolare evento si è svolto al MOma di New York in occasione di una mostra sul design dal titolo “Safe: design takes on risk”.
Arriverò al dunque. L’aspetto curioso è stato quello di mettere in mostra i GIANTMICROBES, dei bizzarri peluches dai colori sgargianti che riproducono fedelmente i virus ed i batteri responsabili delle piccole o gravi malattie: ce ne sono per tutti i gusti, dal mal di gola al morbillo, dall’ebola all’HIV. Dopo il primo impatto salta all’occhio come l’iniziativa sia nata dalla volontà di servirsi di inusuali circuiti (come quello museale), per insegnare ai bambini la prevenzione attraverso il gioco. In virtù di questa funzione ogni peluches è accompagnato da una scheda informativa con l’ingrandimento del vero microrganismo. Per chi ne volesse acquistare uno, basta andare sul sito www.giantmicrobes.com .


L’arte tra il ludico e l’erotico:
E’ l’eroina dei manga giapponesi, si fa interprete di una versione quasi pornografica dei protagonisti dei fumetti, è colei che ha fatto di Hello Ketty una ragione di vita, è una fotografa che si è servita del fotomontaggio come strumento per rappresentare un aspetto vivo della cultura giapponese dagli anni novanta ad oggi, è… Julie Watai. La caratteristica più eloquente dei suoi fotomontaggi dai forti toni kitsch (ricordano a volte David LaChapelle) è data dall’ambiguità dei personaggi che impersona, i quali lanciano tra un gioco e un travestimento espliciti messaggi ammiccanti. L’arte del travestimento ispiratasi ai manga ed ai film non è un fenomeno ristretto, in quanto è una vera e propria tendenza diffusa a Tokio con il nome di COSPLAY, che la Watai (anche cantante di un baby gruppo già sciolto) ha saputo reinterpretare servendosi di mezzi artistici capaci di darle visibilità oltre oceano. La raccolta di circa cinquanta foto la si può trovare nel volume “Samurai girl”.


L’arte tra il ludico e il creativo:
La creatività non ha confini e ancora una volta a prevaricarli dal Giappone è la gadget mania: un esercito di simpatici pupazzi realizzati in vinile hanno invaso le vetrine di tendenza delle nostre città e aspirano con successo a diventare oggetti da collezionare. Non inganniamoci, non sono dei semplici giocattoli ma portano la firma di artisti, designer e graffitisti che hanno attinto dai territori più sconfinati della loro fantasia. Il designer toys moviment è già diventato un cult negli Stati Uniti e si sta facendo strada in Europa dando all’acquirente vaste possibilità; come i canvas toy pupazzi bianchi correlati da un kit fai da te, con i quali si può dare libero sfogo alla propria creatività.
Anche i critici giocano ad arte!


Potrebbe essere una provocazione, un messaggio subliminale o la capacità di ironizzare su se stessi e sul ruolo che si ha nella società. Achille Bonito Oliva nella copertina del suo ultimo libro “ABO LA REPUBBLICA DELLE ARTI”, grazie ad un fotomontaggio, gioca con la sua immagine reinterpretandosi con una capigliatura alla Warhol. E’ senz’altro un chiaro esempio di come l’aspetto ludico sia ancestralmente radicato nella forma mentis dell’uomo e non si possa separare dagli aspetti della vita, di cui ne fanno parte l’arte e le riflessioni su di essa.