

Adrian Tranquilli

Anila Rubiku

Andrea Facco

Un visitatore di fronte alla veduta n.12 di Giacomo Costa
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febbraio 2006
Art First.
La mia prima ArteFiera
di Barbara Improta
Bologna, 27 – 30 gennaio, l’ArteFiera celebra
i suoi primi trent’anni ed è più vitale, innovativa,
mondana che mai! Oltre 200 gallerie, italiane ed internazionali, presentano
le realtà artistiche più significative e interessanti dell’arte
contemporanea. Dopo le prime ore trascorse ad aggirarmi tra stand e padiglioni
come ‘Alice nel paese delle meraviglie’, stupefatta ed attratta
dall’esposizione pantagruelica dell’arte che dal Terzo Millennio
risale fino agli inizi del Novecento, che vede accostati con disinvoltura
Maurizio Cattelan a Giorgio De Chirico, la videoarte alla transavanguardia,
ho iniziato ad orientarmi in questo fantastico dedalo di proposte e ad
individuare i trend e le novità a mio avviso più interessanti.
Il trend più forte è che non c’è un trend,
nel nuovo millennio si guarda all’arte del secolo appena trascorso
senza condizionamenti ideologici, son state spazzate via le polemiche
tra astratto e figurativo, le distinzioni tra arti minori e maggiori,
si sono imposti prepotentemente i nuovi media, tutto questo ha fatto sì
che la panoramica del mercato si siano ampliate e che si riconsiderino
tendenze e movimenti artistici che sembravano rimasti un po’ in
disparte.
Fra questi sicuramente è in ascesa l’Informale, che negli
anni Cinquanta ha imposto una radicale rilettura dell’arte. Se negli
ultimi anni abbiamo visto risalire Lucio Fontana, Piero Manzoni e, soprattutto,
Alberto Burri (Nero Cretto del ’75 è stato venduto da Christie’s
quest’anno a 590 mila sterline!), quest’anno è la volta
del grande calabrese Emilio Vedova insieme a Santomaso, Turcato e Dorazio.
Un movimento storico dello stesso periodo sottoposto ad un riesame critico
(vedi il gran numero di mostre ad esso dedicate nell’ultimo periodo)
è il Nouveau Réalisme teorizzato da Pierre Restany che ha
visto nel 2005 perdere due suoi grandi protagonisti, Arman e Mimmo Rotella,
artisti che avranno sicuramente una rivalutazione considerevole quest’anno.
Ma in un momento di grande rinascita della figurazione, grazie a critici
come Luca Beatrice, anche la figurazione classica del Novecento ha riscosso
notevole successo a Bologna: le periferie desolate di Sironi, le nature
morte di De Pisis (oggetto di una grande mostra a Brescia in occasione
del 50° anniversario della morte proprio in questi giorni) ma anche
Guttuso, Casorati, Mafai e Carrà sono autori sempre molto amati
cui la manifestazione bolognese mi pare presti particolare attenzione.
E per la scultura? Alberto Martini e Marino Marini i più ambiti.
Anche gli anni Sessanta sono ormai storia, il movimento concettuale di
Germano Celant è diventato un classico che vede come grandi protagonisti
a Bologna Alighiero Boetti, Kounnellis e il superattivo Pistoletto . Un
posto di rilievo è, a mio avviso, giustamente occupato da Pino
Pascali che ha anticipato molte soluzioni proprie della contemporaneità
e che a Bologna è presente con bellissime opere (da Artiaco).
Accanto all’arte povera, anche la Transavanguardia di Achille Bonito
Oliva, che ha riproposto la centralità della figura negli anni
Ottanta ancora dominati dalla ricerca concettuale, ha ancora un suo notevole
mercato: Cucchi, Clemente, Chia, De Maria ma soprattutto l’inossidabile
Ontani e Mimmo Paladino, tra gli artisti più presenti all’ArteFiera,
che alla fine del 2005 si è imposto con un grande evento globale
dedicato alla celebrazione del quarto centenario del Don Chisciotte.
Se proprio vogliamo individuare una tendenza è sicuramente confermato
l’interesse sempre maggiore per la nuova arte cinese (cui danno
spazio soprattutto le blasonate galleria milanesi come Marella ) e per
le star degli anni Novanta dalle stratosferiche quotazioni come Jeff Koons,
Damien Hirst, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft, Chris Ofili e il sempre
in ascesa Francesco Vezzoli. Ma noi consigliamo di guardare con maggiore
attenzione alle gallerie più giovani, cui la Fiera ha dato quest’anno
grande spazio, che propongono i talenti del Terzo Millennio, alcuni già
affermati internazionalmente come Loris Cecchini, Perino&Vele, Andrea
Chiesi, Patrick Tuttofuoco, Adrian Tranquilli ma anche i giovani protagonisti
dell’arte digitale come Matteo Basilè e Giacomo Costa e gli
emergenti Marco Campanini, Andrea Galvani, Andrea Mastrovito, i ‘botanici’
Carretto/Spagna, il beffardo e grottesco Federico Solmi e gli 01.org,
giovani esponenti della net-art.
Altra grande protagonista della Fiera si riconferma la fotografia, in
un dialogo sempre più serrato e proficuo con l’arte figurativa
(un esempio le tele di Andrea Facco o le fotografie ‘antichizzate’
del giovane Campanini), al punto che non si sa più quale delle
due prenda linfa dall’altra: i ritratti di bimbi russi di Ingar
Krauss (Susy Shammah), la splendida serie su Istambul (e Napoli!) di Gabriele
Basilico (Studio La Città), l’impressionante ‘volo
d’uccello’ sulle case travolte dallo straripamento del Mississippi
di Daniele Galliano (Bagnai), gli ormai classici ritratti delle icone
del rock di Anton Corbijn (Lipanjepuntin), il provocatorio ‘Attacco
al sistema’ di Robert Gligorov (PacK), le spiagge affollate di Massimo
Vitali. Molto limitata, invece, la presenza di videoarte (forse per la
sua ancora bassa presa sul mercato), coraggiose proposte dalla romana
Monitor con il video dell’olandese Guido van der Werve e la napoletana
404 con Wrestling di Jen deNike. Molto belli il poetico video di Pavel
Mrkus proposto dalla tedesca Büro für Kunst e il nuovo video
di Chen Chien-Jen (Alain Le Gaillard). Interessante poi il progetto di
video interattivo proposto da Matteo Basilè (The Dwarf’s
Greatest Dream) per la milanese Pack: un’installazione di tre video
al plasma e un sensore laser permettono allo spettatore di interagire
con l’opera.
Tra le gallerie mi preme sottolineare la crescente presenza delle gallerie
di Napoli, che si conferma una delle città più attente all’arte
contemporanea, quest’anno erano ben sette, oltre alle storiche,
come Lia Rumma e Artiaco, anche una giovanissima new-entry, Not Gallery,
presente nel padiglione Esprit Nouveau. Ancora più incoraggiante
per il sud il successo di gallerie della provincia meridionale che fanno
bel sperare per il futuro del sud, come la raffinata Paola Verrengia di
Salerno e Studio legale di Caserta.
Le iniziative più interessanti? Sicuramente il progetto EASTWARDS:
emerging markets, inaugurato nel 2005 e riproposto quest’anno, che
pone l’attenzione di appassionati e collezionisti sulle nuove e
stimolanti realtà artistiche dell’Est europeo che esprimono,
attraverso i giovano artisti e le istituzioni culturali, tutto l’entusiasmo
e la voglia di sperimentazione di una parte del mondo che s’interroga
criticamente sul proprio passato politico e sulle possibilità del
futuro. (Anche noi di amnesiac ci siamo occupati, nel nostro piccolo,
di questa realtà con l’interessante rassegna video Italia-Russia
6-6). Le gallerie presenti a Bologna (russe, pollacche, ceche, ungheresi,
rumene) prediligono i lavori di artisti al di sotto dei 35 anni, cioè
appartenenti alla generazione formatasi dopo la fine del comunismo.
Da segnalare anche il bellissimo spazio che la Società Targetti
ha occupato all’ArteFiera, nella galleria tra i padiglioni 16,21
e 22, dedicati al Premio Targetti Light art. I vincitori del premio che
valorizza i talenti artistici che usano la luce artificiale come mezzo
espressivo, hanno riempito la galleria di una cascata di puntini luminosi
(Pawel Pomorski, Polonia), accolto i visitatori in una deliziosa casetta
da fiaba ricamata di luce (Anila Rubiku, Albania) o disorientato con un
quadro di luci colorate (Tamar Frank, Germania).
Ma la novità assoluta dell’edizione 2006 dell’ArteFiera
è la creazione de L’Esprit Nouveau, uno spazio nello storico
padiglione progettato da Le Corbusier dedicato alle giovani gallerie al
loro esordio nel mondo delle fiere d’arte internazionali, il luogo
dell’arte in divenire atto a valorizzare la creatività emergente;
non a caso le gallerie prescelte provengono dalle città più
vivaci dal punto di vista artistico, Budapest (ACB Gallery,Vintage Galéria)
e San Pietroburgo (D 137) per l’est Europa, Beijing (Beijing Art
Now Gallery) e Shanghai (Eastlink Gallery) per l’emergente Cina,
il Sud America con Buenos Aires (Braga Menendez Arte Contemporaneo) e,
nel cuore della vecchia europa, Berlino (Alexandra Saheb), Atene (The
Breeder) e naturalmente Napoli (NOTgalery)!
Al prossimo anno…
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