SENSAZIONI


colletiva di
Paola Di Serio, Kai Zen, Felice Lovisco, Jadmx, Sabrina Marconi, Umberto Saraceni

a cura di Marisa Santopietro
testo critico di Raffaello Ambrosecchia

27 ottobre 2004- 2 gennaio 2005
le Canapè, via Tripoli 82, Roma

Cogliendo l'invito del prestigioso negozio d'arredamento romano, Amnesiac Arts ha organizato una collettiva giocando proprio con gli elementi d'arredo posti in vendita nel locale, trasfonrmando il tutto in un ready-made, con la piacevola sorpresa dei clienti di trasformarsi inconsapevolemente in fruitori, in visitatori di una mostra d'arte contemporanea.

“Quando la coordinatrice di Amnesiac Arts, Marisa Santopietro, mi ha contattato per commentare questo evento, sono stato conquistato dall’idea di una mostra che finalmente mettesse in scena i luoghi del consumo e mentre osservavo le opere degli artisti chiamati ad esporre, sono stato colpito dalla loro capacità di “navigare” nei terreni dell’immaginario. Artisti capaci di volare a mezz’aria per guardare le cose da una prospettiva diversa, che sanno suggerire nuove letture di un rito che rischia di divenire oppressivo; artisti che vivono il consumo come mezzo gratificante e liberatorio, che considerano l’acquisto una forma di curiosità, uno dei modi più pertinenti per conoscere il nostro mondo sempre più rigurgitante di merci: perché la vendita ha bisogno d’immaginario, cioè necessità di scenari capaci di stupire. Artisti esibizionisti che osano prefigurare una propria originale visione, senza conformarsi alle mode e alle tendenze, che accettano di esibire senza falsi pudori la loro perspicuità; artisti trasgressivi, capaci di infrangere i codici del comune buon senso, magari solo con accordi sotto tono: perché la vendita necessita di una trasgressione fatta di sfumature, giochi di trasparenze, accordi di luci. Artisti capaci di essere ...seduttivi! Lo spazio diventa quindi un percorso fatto di immagini, suoni, luci, oggetti, odori, atmosfere che ci guida nel mondo dell’arredo attraverso quattro eccentriche installazioni intervallate dai “curiosi racconti” dei Kai Zen e avvolte dalla musica minimalista di Jadmx.” …dal testo critico di Raffaello Ambrosecchia