

Roberta Conti

Manuela Corti

Cinzia Delnevo

Roberta Fanti

Veronica Romitelli

Milena Sergi
|
|
A CERTAIN FORM
OF HEAVEN
Collettiva di:
Roberta Conti, Manuela Corti, Cinzia Delnevo, Roberta Fanti, Veronica
Romitelli, Milena Sergi
A cura di Isabella Falbo
11 Marzo – 23 Aprile
PROROGATA FINO AL 7 MAGGIO
Orari: Sabato, Domenica 18,30 – 21
Testo critico di Isabella Falbo:
Art doesn’t have to be
ugly to look clever
Patrick Mimran
Può l’arte tornare ad essere un piacere
per gli occhi e la mente, un rifugio di sogno e di immaginazione, una
certa forma di paradiso? A certain form of heaven nasce e si sviluppa
riflettendo sul messaggio lanciato dall’artista Patrick Mimran “L’Arte
non deve essere brutta per sembrare intelligente”, in occasione
dell’ultima Biennale di Venezia e risponde, in maniera sintomatica,
alla progressiva mancanza del “bello”, oggi misconosciuto,
occultato e irriconoscibile, nella produzione artistica contemporanea.
L’attacco che l’arte, già dalle avanguardie,
ha portato alla nozione di bellezza, sembra abbia lacerato gravemente
il nostro orizzonte estetico che appare oggi attraversato da elementi
contradditori e conflittuali.
Se tanta arte contemporanea si fonda su assunzioni antiestetiche e gioca
con le emozioni negative rappresentando il mondo attraverso toni di cupo
realismo, A certain form of heaven propone una selezione di opere create
ad hoc, dove la bellezza nella sua natura complessa ed enigmatica, viene
sviluppata all’interno delle poetiche di 6 artiste italiane, assumendo
di volta in volta paradigmatiche accezioni diverse.
Attraverso linguaggi diversificati che spaziano dal video
alla fotografia, dalla performance alla pittura, la bellezza prende corpo
colta tra le pieghe del qui ed ora schizofrenico e confuso: la bellezza
materiale narcisistica e seduttiva di Veronica Romitelli la bellezza edonistica
di Roberta Fanti; Catturata fra gli elementi della vita troppo spesso
accantonati o dimenticati, la bellezza individuata nell’ entusiasmo
delle pure emozioni positive di Roberta Conti, la bellezza come elemento
indistruttibile della coscienza di Milena Sergi, la bellezza interiore
vitale ed eterna di Cinzia Delnevo, la bellezza come forma di verità
di Manuela Corti.
«Bellezza é l'eternità
che si contempla in uno specchio; e noi siamo l'eternità, e noi
siamo lo specchio.»
Kahlil Gibran, scrittore
Attraverso le tematiche della trasformazione e del travestitismo,
nell’interazione tra forma visiva, forma verbale e performance,
e’ la bellezza nella sua accezione fisica e materiale quella analizzata
da Veronica Romitelli nell’opera “Veronica
si fa bella”.
12 fotografie rappresentanti il volto dell’artista, montate come
immagini riflesse su specchi in plastica - feticci kitch che ci riportano
all’ immaginario del mondo in rosa delle nostre barbies - documentano
diverse fasi di una trasformazione.
Come Alice, l’ artista passa attraverso lo specchio portando con
sè la problematica della riflessione, non solo dell’immagine
ma sopratutto del sè e della auto coscienza. Veronica si fa bella
e nasconde con il trucco frammenti di sè, gioca con le sue certezze,
definisce la sua nuova identità, attraente, affascinante e sicura
Attraverso un’ azione performativa, Veronica fatta bella esce dallo
specchio magico, maieutico, lacaniano, moltiplicato sulla parete della
galleria come le pagine di un quaderno e ripete, secondo una ridodanza
esasperata, la parola “bella” scritta col rossetto e coniugata
in tutti i tempi del verbo essere. Azione di convincimento o presa di
coscienza, ciò che importa è il raggiungimento della bellezza,
inseguita nella nostra socetà come il primo dei valori.
« Avidamente allargo la
mia mano: / dammi dolore cibo cotidiano.»
S.Quasimodo, poeta
In una logica di “dolore edonistico” filtrato
dalle sovrastrutture mentali contemporanee, Les pecheurs di Roberta
Fanti appaiono come interpretazioni estetiche, patinate, glamour
quasi come foto di moda, della punizione fisica che redime, concetto fondante
della religione cattolica.
Attraverso forti rimandi alla storia dell’arte
dove scene cristologiche di passioni e martiri infondono piacere più
che repulsione - il bellissimo S.Sebastiano del Mantegna o l’ estasi
di Santa Teresa del Bernini – Roberta Fanti crea immagini di grande
impatto visivo percorse dal sottilissimo confine tra spiritualità
e piacere, dove corpi nudi, perfetti e incatenati si affiancano a interventi
narrativi di preghiere in latino.
Atti di penitenza e di dolore, rappresentazioni della sofferenza come
espiazione dei peccati, oppure visualizzazione di quelle pulsioni recondite,
oscure, che facciamo fatica ad accettare?
In linea con la dualità che abbiamo dentro dettata dalla schizofenia
del nostro tempo, Les pecheurs giocano su un doppio livello di lettura,
coppie antitetiche di significante - passione/piacere, spiritualità/carnalità,
sacro/profano, antico/moderno - all’interno delle quali lo spettatore,
protagonista attivo di questo scenario, ha il compito di decidere dove
finisce la penitenza ed inizia il piacere, quando alla sacralità
della sofferenza sostituire la sacralità del piacere.
“Tende, la bellezza alla
sfericità [ ]”
Maria Zambrano, scrittrice
Roberta Conti indagando sull’essenza
della vera bellezza, la definisce come pura, positiva, intensa emozione,
come energia capace di smuovere, la visualizza come un pieno contrapposto
a un vuoto, il tondo contrapposto al piatto e la rappresenta attraverso
un segno nero, sintetico e veloce che racchiude forme elementari riempite
da colori caldi e vivaci.
In “Non correte” l’artista coglie la bellezza nell’
esplosione di gioia dei bambini che, finalmente liberi da regole e costrizioni,
scendono le scale dopo il suono dell’ultima campanella di scuola.
All’interno di una composizione a vortice, una valanga calda, impossibile
da frenare, che precipita, come a conferma dell’affermazione che
“la bellezza porta dell’abisso”.
L’opera “Donnine” rappresenta la celebrazione della
donna come simbolo in sé di bellezza, e a discapito dell’immaginario
contempraneo che l’ha trasformata in un secco involucro vuoto, come
dichiara l’artista “La donna veramente bella è piena,
piena di sole e di linee curve, piena di calore, piena di sostanza, come
una dea compie miracoli ovunque si trova e feconda le anime disperate.”
«Il mistero della vita
sta nella ricerca della bellezza.»
Billy Wilder, regista
Cosa si spera di far nascere in sè quando ci si
apre alla bellezza o la si cerca attivamente? Nel video La ricerca, l’artista
Cinzia Delnevo appare sorridente e nuda, in piedi come
una novella Venere nel momento della sua auto-creazione, rivolta allo
spettatore nell’atto di mangiare una rosa, simbolo estetico per
eccellenza. Attraverso la continuita’ tra l’oggetto ricercato
e il soggetto che ricerca, l’immutata immagine del prima e dopo,
la ricerca appare orientata verso un’ accezione di bellezza interiore,
vitale ed eterna.
In una logica di miglioramento dell’io, non da intendere come perseguimento
di un parametro estetico, omologante o meno, in questo video l’artista
sviluppa l’idea di bellezza come conquista di un equilibrio ed armonia
individuali, bellezza non come fine ma come strumento fra noi e il mondo.
5 fotografie, minimali e simboliche saranno esposte come scenografico
complemento del video.
La bellezza salverà il
mondo
F.Dostoevskij, scrittore
Attraverso una tecnica dove l’iper-realismo si
vela di astrazione attraverso un sistema di colature che lasciano la pittura
al caso, Milena Sergi nel dittico Life/ Spirit of Life
concentra “la bellezza paradisiaca di uno spirito divino che dona
la vita e il fascino di un corpo deformato per la gravidanza”, racchiudendone
nella poetica le tre caratteristiche chive: La bellezza e’ sacra,
la bellezza e’ incomparabile, la bellezza salva.
Controcorrente all’iconografia del bello che caratterizza la cultura
globalizzata del presente “Life” rappresenta una donna nuda,
incinta, che amorevolmente si accarezza la pancia, “Spirit of Life”
la Madonna nell’atto di porgere un bambino, la figurazione e’
inondata di luce, talmente calda che sembra essere realizzata della stessa
energia vitale.
Come la stessa artista lo ha definito, Life/Spirit of Life e’ un’
opera mistica, dove sogno, immaginazione e realtà si vanno ad intrecciare
facendoci partecipi del miracolo della vita, del mistero della creazione.
«La bellezza è verità,
la verità è bellezza: questo è tutto ciò che
voi sapete in terra e tutto ciò che vi occorre sapere.»
John Keats, poeta
Di Manuela Corti presentiamo una selezione
di 3 video, Bacchino, “Foto di vacanza e d’altrove”
e “Senza titolo”, all’interno dei quali l’idea
di bellezza appare legata alla gioia di essere in luoghi lontani “Foto
di vacanza e d’altrove” , alla citazione della storia dell’arte
“Bacchino”, alla ricerca della verita’ “Senza
titolo”.
“Foto di vacanza e d’altrove” appare come una riflessione
kantiana sulla bellezza, dove l’artista in viaggio tra luoghi di
memoria e luoghi sconosciuti apporta sul supporto bidimensionale di cartoline
segni reali o virtuali del suo passaggio. In “Bacchino” la
composizione mitica caravaggesca viene rivisitata come nel set di un film
attraverso immagini plastiche forzatamente aderenti all’originale,
tableaux vivant, all’interno del quale la bellezza estetica dell’opera
originaria diviene un tramite per arrivare all’ironia. Suspance
e fascino alla Hitckook in “Senza titolo”, dove la bellezza
diviene sinonimo di ricerca di verita’ in chiave cinematografica.
Lo spettatore, sempre di un passo dietro alla scena, si trova davanti
alla porta di una doccia sigillata con nastri adesivi che successivamente
si apre come un sipario sulla scena del delitto, a terra solo un braccio,
citazione colta di J.L.David nella “Morte di Marat”.
|